In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione.
Quando ho iniziato questo romanzo, sapevo già a grandi linee quale fosse il tema trattato, anche se non avevo letto la trama. La fama attorno alla serie tv (che non ho ancora visto, perché prima volevo leggere il libro) mi ha avvicinato a questo titolo.
Tuttavia, non sapevo quale sarebbe stato l’impatto emotivo che mi avrebbe portato.
Non mi sono mai fermata a pensare se considerarmi o meno una femminista, visto le mille sfumature che può avere questo termine, ma sicuramente credo fortemente nella parità dei diritti, nel non dover essere collocata in sistemi prestabiliti solamente perché sono nata donna.
Il racconto dell’Ancella incarna una delle mie paure più grandi, uno degli incubi che più mi tiene sveglia la notte. È ovviamente un racconto di fantasia, ma (e qui parlo anche da storica) non bisogna mai pensare di essere al sicuro, che questo non potrà mai accadere.
Nel mondo raccontatoci dalla Atwood le donne hanno ognuna un loro preciso scopo: hanno completamente perso la libertà di poter agire, di poter scegliere, di potersi elevare.
Vengono condannate a ruoli prestabiliti e costrette ad essere sottomesse, a non potersi ribellare. Il regime totalitario instauratosi negli USA è di stampo biblico e condanna apertamente (anche a morte) tutti coloro che disubbidiscono a ciò che c’è scritto nella sacre scritture.
Questo, ovviamente, non è un attacco alla religione, quanto al fanatismo e al bigottismo estremo.
C’è un momento, durante la lettura, in cui ho seriamente considerato l’idea di chiudere il libro e lasciarlo lì. Non perché non mi stesse piacendo, ma perché la scena descritta mi ha dato una sensazione di repulsione e sconfitta che ho fatto realmente fatica a riprendere.
Una ragazza molto giovane racconta di un aborto a seguito di una violenza, e le “zie”, donne che preparavano le Ancelle al loro ruolo, la invitano a dire che è colpa sua, che ha ucciso il suo bambino e che è stata lei stessa a provocare chi l’ha stuprata.
Tutto ciò mi ha dato i brividi. La Atwood è magistrale nel riuscire a scatenare fortissime emozioni. Il modo in cui racconta ti immerge totalmente nel romanzo.
Per fare un semplice esempio, l'uso del colore rosso, accostato al sangue delle partorienti, è un'immagine talmente vivida nella mente del lettore che sembra quasi sentire il sapore di quel sangue, mentre continua la lettura.
Questo romanzo è chiaramente una critica alla società maschilista, ma lo fa in un maniera del tutto unica, dove mostra che anche gli uomini sono condannati da questo regime.
In realtà, se la donna perde la libertà, l’uomo perde la dignità. Almeno è quanto mi ha lasciato capire la lettura di questo romanzo.
Lo consiglio a chiunque, perché oltre che ad essere veramente scritto in maniera divina, è anche una lezione. Dovremmo avere paura, dovremmo cercare di far in modo che il nostro futuro non diventi ciò che c’è in quel libro.
Vi sembrerò un po’ paranoica, ma amo la mia libertà, e mentre leggevo l’ultima pagina ho pensato a come sarebbe stato vivere nel mondo descritto in questo libro.
Non potrei mai.
Il romanzo ha vinto il Premio Arthur C. Clarke nel 1987 e il Governor General's Award ed è stato candidato al Premio Nebula, al Premio Prometheus e al Booker Prize.
Come ho scritto sopra, dal romanzo è stata tratta una serie tv, disponibile su Tim Vision. La serie ha mantenuto il titolo inglese: The Handmaid’s Tale. Non vi accenno altro, perché appena sarò riuscita a vederla scriverò una recensione.
A presto.
Letto. Ho provato un senso di ribellione incredibile. Anche rabbia non contro l'uomo in sè che in fondo è anche una sorta di vittima, ma contro il potere assoluto, la tirannia.
RispondiEliminaSono completamente d’accordo! Ho provato le stesse sensazioni... non è certo un romanzo facile da leggere
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