Nel 1843 il Canada è sconvolto da un atroce fatto di cronaca nera: l'omicidio del ricco possidente Thomas Kinnear e della sua amante, la governante Nancy Montgomery. Imputata insieme a un altro servo, la sedicenne Grace Marks viene spedita in carcere e, sospettata di insanità mentale, in manicomio. A lungo oggetto dei giudizi contrastanti dell'opinione pubblica - propensa a vedere in lei ora una santa, ora una carnefice - la protagonista di questo romanzo può finalmente raccontare la propria vita al giovane dottore Simon Jordan. Convinto di mettere le proprie conoscenze al servizio della verità sul caso, e al tempo stesso contribuire al progresso della scienza psicologica, Jordan non potrà fare a meno di restare ammaliato da questa personalità complessa e inafferrabile. Il dialogo che si instaura tra i due si trasforma nel ritratto psicologico di una persona due volte vittima del sistema sociale - in quanto povera e in quanto donna - e assurge a denuncia delle enormi contraddizioni di una società maschilista e tormentata da conflitti interni perché incapace di accettare l'"altro".
L'altra Grace (Alias Grace) è un romanzo di Margaret Atwood del 1996. La trama si basa su eventi realmente accaduti, anche se gran parte del racconto è frutto della fantasia dell'autrice.
Grace Marks è la protagonista di questo romanzo: la storia parte dagli eventi reali per poi introdurre il personaggio del Dottor Simon Jordan, incaricato di indagare riguardo allo stato mentale di Grace.
Il romanzo è un lungo dialogo, dove la giovane inizia a raccontare la sua vita fin dalle origini, sviscerando tutti gli eventi che l'hanno portata fino a lì.
Appena ho iniziato questo romanzo, ho subito ritrovato la stessa atmosfera che permeava "Il racconto dell'Ancella". Anche in questo romanzo il tutto ci viene raccontato dal punto di vista della protagonista, da una donna che racconta in prima persona la sua stessa storia.
Tuttavia, con l'andare avanti della lettura, ho notato che l'impatto emozionale avuto con "Il racconto dell'Ancella" qui non è stato altrettanto potente.
Non so se il problema fossero le grandi aspettative che avevo o il confronto con la precedente opera, ma "L'Altra Grace" non mi ha preso quanto avevo immaginato.
Con questo non voglio dire che il romanzo non sia valido: lo stile della Atwood è come sempre magnifico, incalzante e mai noioso.
Il suo modo di raccontare mi piace tantissimo, perché lascia che siano le sue protagoniste a parlare a cuore aperto, a decidere cosa, come e quando raccontare.
Tra l'altro, il ritratto psicologico di Grace Marks è veramente interessantissimo: come si evince dal titolo, Grace Marks non è l'unica Grace, anzi, per la precisione non è l'unica personalità di Grace.
Per tutto il romanzo, viene da chiedersi dunque se quello che Grace racconta al dottore e racconta a noi lettori sia realmente ciò che è accaduto, o se i suoi ricordi siano in qualche modo falsati dalla sua condizione. Oppure, ancora, se essa menta consapevolmente. Insomma, non possiamo fidarci della sua versione dei fatti, ma possiamo solo leggere e ragionare noi stessi con le informazioni che ci vengono fornite.
Per certi versi, questo libro mi ha ricordato in un primo momento Follia di McGrath, anche se non riesce del tutto a decollare.
Tuttavia, lo reputo consigliatissimo per gli amanti del genere, in quanto il modo della Atwood di esplorare la psicologia dei suoi personaggi è semplicemente divino. Soprattutto i personaggi femminili sono gestiti benissimo.
Da questo romanzo ne è stata tratta una serie televisiva omonima, distribuita da Netflix: sono molto curiosa di vederla, ora che finalmente ho completato la lettura. E non appena l'avrò fatto, sicuramente arriverà anche la recensione, per cui rimanete sintonizzati.
Se avete qualche romanzo di Margaret Atwood da consigliarmi come prossimo passo nell'esplorazione di questa autrice (dopo questo e "Il Racconto dell'Ancella"), scrivetelo qui sotto in un commento.
Alla prossima recensione.
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